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Appartamento ad Atene – conferenza stampa di presentazione a Roma

21/09/2012 | News |
Appartamento ad Atene – conferenza stampa di presentazione a Roma

Si è svolta questa mattina al Cinema Barberini la presentazione romana di Appartamento ad Atene esordio alla regia di Ruggero Dipaola che del film è anche co-sceneggiatore e produttore. Tratto dal romanzo di Glenway Wescott (uscito nel 2003), attraverso il racconto del rapporto tra un ufficiale tedesco e la famiglia greca Helianos nella cui casa è andato ad abitare durante la seconda guerra mondiale, il film è un’indagine sull’ambiguità dei rapporti umani in un contesto difficile. Una storia di convivenza e dipendenza emotiva e psicologica in tempo di occupazione.
Alla conferenza stampa seguita alla proiezione erano presenti il regista, gli sceneggiatori Heidrun Schleef e Luca De Benedittis, gli interpreti Laura Morante (Zoe Helianos) e Richard Sammel (Capitano Kalter) e i due giovanissimi Vincenzo Crea e Alba De Torrebruna, che vestono i panni dei figli della famiglia Helianos.
Per dovere di cronaca, in apertura di conferenza stampa si è ricordato come questo film sia in testa alla classifica 2012 dei film italiani più premiati e più presenti nei festival in giro per il mondo. Appartamento ad Atene è infatti fino ad ora stato presentato in 51 festival ricevendo ben 27 premi, un piccolo record per il lavoro di un regista italiano esordiente.
Il film uscirà nelle sale in 50 copie il prossimo 28 settembre.  

La prima domanda è per il regista Ruggero Dipaola. Il film è tratto da un romanzo ambientato nella II guerra mondiale ma è anche una sorta di kammerspiel che fa venire fuori una serie di dinamiche psicologiche. Perché come primo film hai voluto mettere in scena questa storia?
Ruggero Dipaola: Dopo aver opzionato il libro e scritto la sceneggiatura, sono riaffiorati in me i ricordi di mia madre che mi raccontava, quando ero bambino, di come la sua famiglia fosse stata costretta ad ospitare un soldato tedesco con il suo cane nel 1943 in Abruzzo. Ma l’aspetto più interessante secondo me sono le dinamiche che si instaurano tra i personaggi della famiglia con l’arrivo del Capitano tedesco, al di là delle singole reazioni come quella di Zoe e di suo marito. 

Come hai articolato le cose dal punto di vista produttivo?
Ruggero Dipaola: Ho avuto la fortuna di indossare la doppia veste di regista e di produttore che nello stesso tempo è anche una sfortuna perché per un’opera prima è molto faticoso ottenere finanziamenti. Abbiamo avuto diversi co-produttori e il sostegno del Programma Media Plus della Comunità Europea, del Ministero per i Beni e le Attività Cultuali, la collaborazione di Apulia Film Commission e Roma Lazio Film Commission più il sostegno esterno della società Esperia per la chiusura del budget del film.

Come avete lavorato sul romanzo, cosa avete aggiunto e cosa avete tolto?
Ruggero Dipaola: Abbiamo letto il romanzo e, al di là del normale adattamento per lo schermo, ci sono delle differenze fondamentali sul personaggio di Zoe (interpretato da Laura Morante), nel libro era una donna ansiosa e cagionevole che ha perso il fascino della gioventù mentre nel film è una donna forte e affascinante. Il personaggio della bambina Leda nel libro era descritto come una sorta di bambola ritardata, noi abbiamo lavorato su di lei rendendola una bambina che ha subito uno shock assistendo ad una strage e ora ha un atteggiamento verso la realtà comprensibilmente sognante e deformato. Il personaggio del bambino Aleks dal carattere mai domo e coraggioso rispecchia invece il libro, semmai noi abbiamo accentuato il suo rapporto conflittuale col padre. Un’altra differenza rispetto al libro è che noi abbiamo lasciato sullo sfondo la storia e ci siamo concentrati di più sui personaggi.
Una puntualizzazione, oggi avete visto la versione in lingua italiana ma all’estero il film ha circolato nella versione in cui tutti parlano in lingua greca con sottotitoli in inglese.

Una domanda per Laura Morante. Cosa c’è davvero nel tuo personaggio?
Laura Morante: Confesso di non aver letto il libro perché Ruggero mi ha detto che il personaggio nel film è completamente diverso. Zoe è un personaggio abbastanza forte, la famiglia si spacca in due e poi si frammenta ulteriormente, madre e figlio da una parte e padre e figlia dall’altra. La figlia si innamora con un atteggiamento infantile del Capitano “dominatore” e il padre crede di aver colto il lato umano dell’ufficiale parlando con lui di letteratura, filosofia, musica, mentre la madre fino alla fine non si fida di lui (e a ragione!). E’ una gamma di sfumature che va dalla diffidenza all’ostilità e fino al senso profondo dell’ingiustizia.

Una domanda al regista sulla versione in lingua greca.
Ruggero Dipaola: Nella versione originale i personaggi parlano tutti in greco, anche l’ufficiale tedesco parla in greco con accento tedesco. L’attore Richard Sammel ha usato la sua voce mentre Laura Morante è stata doppiata. Desideravo da tempo lavorare con Laura ma lei era impegnata con le vicissitudini del suo film d’esordio alla regia Ciliegine. Abbiamo girato Appartamento ad Atene prima di Ciliegine.

Il film ha avuto un cammino incredibile all’estero. Dove è già uscito? Al Festival di Roma dello scorso anno invece è stato presentato ma era molto “nascosto”.
Ruggero Dipaola: Abbiamo presentato il film nella sezione “Vetrina” dei Giovani Cineasti Italiani  con una proiezione decentrata dalla sede dell’Auditorium. All’estero il film non è ancora uscito, siamo in trattative con gli Stati Uniti che a sorpresa è il paese che ha apprezzato di più il film, siamo in trattativa con un distributore per l’uscita nel 2013. I tedeschi hanno avuto una reazione netta: o lo hanno amato o lo hanno detestato senza neanche vederlo. Verrà presentato in un solo Festival in Germania in novembre.

Una domanda per Richard Sammel a proposito della reazione dei tedeschi al film.
Richard Sammel: Su questo momento storico particolare i tedeschi hanno fatto un grande lavoro sulla memoria nelle scuole e nelle istituzioni. Il cinema è il mezzo che si appropria delle tematiche più importanti dell’umanità, ma in questo caso i tedeschi accettano poco che gli italiani facciano un film sulla questione greco- tedesca nella II guerra mondiale. E’ come se un regista tedesco mettesse su un’opera su Garibaldi…

Una domanda per il regista sul motivo della scelta di questo libro. Hai detto di essere stato colpito dall’arrivo di un personaggio all’interno di una comunità, un tema che è già stato trattato al cinema.
Ruggero Dipaola: Si, questo è uno degli aspetti interessanti. Io non penso che sia un film di guerra o sulla guerra, non ci sono venuti in mente riferimenti cinematografici su questo argomento, semmai se devo parlare di una tematica simile mi viene in mente Il servo di Joseph Losey. Per quello che riguarda la produzione, quando abbiamo presentato il film alla Commissione Europea avevamo degli accordi anche con un partner tedesco, la Pandora Film, ma poi per questioni tecnico-finanziarie l’accordo è saltato.

Il rapporto intellettuale del Capitano tedesco con Nikolas Helianos che lo ospita ha molte sfumature, c’è poi una contraddizione tra l’ufficiale tedesco che ad un certo punto mostra una certa apertura, una certa sensibilità culturale per poi tornare improvvisamente a posizioni ortodosse. C’è questa contraddizione nel libro?
Luca De Benedittis: Secondo noi non c’è contraddizione, il Capitano Kalter è un soldato, sebbene molto colto, ma nel momento in cui gli si toccano Hitler e Mussolini, perde la testa.

Ruggero Dipaola: C’erano molti nazisti che avevano odio per la razza ma anche amore per gli animali o la musica. Quando si dà la responsabilità della morte dei propri figli al nazismo o al fascismo, è come se si fosse toccato un nervo scoperto sul fallimento dell’ideologia nazista: a quel punto il Capitano vede davanti a sé una persona che lo ha scoperto nella sua sconfitta come soldato.

Richard Sammel: La cultura, l’intelligenza, l’avanzamento tecnologico non impediscono affatto la bestialità. I nazisti non erano stupidi barbari, pensiamo al libro “La banalità del male”, l’intelligenza non impedisce che l’uomo possa fare cose bestiali. 
     
Perché il personaggio dell’ufficiale nazista cambia così tanto dalla prima alla seconda parte del film ammorbidendo i suoi atteggiamenti per poi cambiare di nuovo con un altro voltafaccia?
Richard Sammel: Lui ha perso assolutamente tutto, è completamente traumatizzato, e questo lo porta ad assumere certi comportamenti. Per me come attore è stato un invito a entrare nell’interiorità del personaggio.

Una domanda per Laura Morante. Cosa ti ha spinto ad accettare questo film?
Laura Morante: Ho notato che la tenacia e l’ostinazione sono i segni del talento. Ruggero era deciso a fare questo film con questo cast. C’era poi la firma in sede di sceneggiatura di Heidrun Schleef al cui nome sono legati alcuni tra i film più belli che ho fatto come La stanza del figlio e Un viaggio chiamato amore. La cosa più interessante è la dinamica familiare, l’effetto rivelatore di questo ufficiale tedesco che arriva in questa famiglia e fa scattare particolari dinamiche.

Per il regista. Come hai scelto i due giovanissimi interpreti?
Ruggero Dipaola: Non ho visto moltissimi bambini, mi sono concentrato su di loro e li ho scelti perché mi sono sembrati i più adatti ai personaggi, hanno fatto cinque o sei provini e sono stati molto bravi, hanno fatto due mesi di prove e sono entrati lentamente nei loro personaggi.

Uscire con cinquanta copie di questi tempi non è poco …
Ruggero Dipaola: Il film esce con una nuova società distribuzione la EyeMoon Pictures. Per quello che riguarda la data di uscita, le proposte che avevamo avuto in un primo momento non ci andavano bene, noi eravamo pronti a uscire ad aprile-maggio ma era controproducente perché si sarebbe usciti in concomitanza con il film di Laura, Ciliegine. A luglio e agosto con la fuga del pubblico dalle sale non ci sembrava il momento adatto per uscire. Abbiamo deciso di riproporci all’inizio della stagione cinematografica, ma sappiamo che il 28 settembre ci sarà una grande concorrenza!

Elena Bartoni

 


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